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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

Carne da macello - di Vincenzo Andraous

Articolo sui migranti Migranti arrivano sopra barconi che stanno a galla per un qualche miracolo aerodinamico, con un grave e drammatico   tributo di vite umane, nella rincorsa di una libertà che comunque non ci sarà. Cecità del cuore e ottusità della mente, in troppi sanno tutto, hanno capito tutto, riescono a risolvere tutto in una sola parola, respingimento. Migranti, una parte di umanità che non merita attenzione, nè possibilità di cambiamento, di trasformazione, unicamente la “necessità” di inseguirne le orme imprigionate alle onde, ai venti, alle stive, che allontanano ogni pietà. Migranti e letteratura ridotta a poco più di un fumetto, vite usate impropriamente da parolai in bella mostra, ma una cattiva accoglienza costringe a indossare abiti sdruciti, scarpe rotte, ferite insanabili che non consentono incontro né fratellanza, addirittura impongono di non dare alcuna scelta, fosse anche l’ultima, agli ultimi del pianeta: la scelta di morire con dignità, anche la morte è diventat

Che nessun dorma - di Vincenzo Andraous

Da poco la scuola ha ripreso a movimentare pensieri e parole, le vacanze sono trascorse   ma   questo momento di giusto riposo non deve indurre a lasciare le cose come stanno, a pensare che è tutto sotto controllo, che luci rosse di emergenza sono state spente. Nonostante il calo delle denunce, il fenomeno dei famosi per forza, della platea plaudente, degli sfigati domiciliati all’angolo indifferente, non stacca la spina, è stato in ferie su qualche spiaggia assolata, dove non esistono soltanto compagni di   cortile periferico militarizzato. La scuola ha riposato le membra stanche, ma “ nessun dorma”, perché è inizio ancora,   occorre pensare a un cominciamento più conforme alla vita che spetta di diritto a studenti, professori e genitori, finalmente più rispettosi del ruolo che ciascuno ricopre, dell’autorevolezza conquistata sul campo, del valore insito in ogni persona. Riaprono le aule, i più giovani saranno nuovamente in balia di una maturità che ancora non c’è, di una libertà spes

Ma di quale normalita’ stiamo parlando - di Vincenzo Andraous

La voce normalità nel dizionario italiano fa riferimento a quanto è conforme a una regola, a ciò che serve a dare una norma. Concetto ondivago la normalità, a seconda del punto di vista, dell’angolazione, ma non è più dissertazione di poco conto se diviene pratica per non rispettare la persona. Mi sono chiesto quanta normale tolleranza c’è, sull’uso e abuso di sostanze, sulla possibilità di ognuno di comprarne una dose, di venderne altre, di averci a che fare per una serata o per il resto della propria vita. Quando parliamo di droga, di tutte le droghe, parliamo di persone allo sbando, giovani e sordità   al futuro che bussa alla porta, stiamo parlando di una parte della nostra vita davvero difficile, allora bisogna discuterne senza lacrime di coccodrillo che derubano tempo a una indagine seria e agli interventi più efficaci. C’è urgenza di vestirci di dignità sufficiente a opporci al boia di questo terzo millennio, l’indifferenza.   Come può essere normale un affaire che supera di gra

Non auguro questo carcere neppure al mio peggiore nemico - di Vincenzo Andraous

In questi giorni sento dichiarazioni importanti da parte di uomini autorevoli, leggo lettere drammatiche scritte da persone detenute, che fino a ieri erano riferimenti certi per l’intero paese. Uomini di comando e di strategia politica incappano negli errori propri, nelle malefatte agite alle spalle, nei ripieghi del denaro che non fa prigionieri, scivolano dentro una cella dove rasentano la follia di una giustizia in solitudine, una legalità presa per il bavero, una equità che veste i panni del clown. Terribile e disperato l’urlo che si alza da quelle righe scritte in affanno, che ora fanno i conti con ciò che in carcere accade, ma che pure ieri era all’ordine del giorno, senza morso allo stomaco, senza un moto di consapevole disgusto civico. Qualcuno si sente in diritto di ridere e gioire del dramma di un onorevole caduto in disgrazia, invece è un liscio e busso che non assolve alcuno, che non fa scomparire la carenza di spazi, di materiali didattici e di mezzi, di attività trat