Droga che non fa prigionieri
Una ragazzina s’è sentita male a scuola, una canna di troppo l’ha obbligata in orizzontale, è finita sull’ambulanza e poi in ospedale. Una minorenne ha comprato la sua dose dietro quell’angolo mai troppo celato, come accade ultimamente vicino alle scuole, dentro le scuole, fin dentro la classe. Una giovanissima ne ha fatto uso, badate bene, non ho detto abuso, ne ha preso qualche tiro la mattina, ma come qualcuno ostinatamente persiste a ripetere, è importante farlo responsabilmente, consapevolmente, tant’è finita su un lettino del pronto soccorso. Una adolescente che sentenza della Consulta o meno, non sarà mai autorizzata a comprarla legalmente, neppure in tempo di spaccio statuale. Di fronte a questo scempio di dignità calpestata, di libertà prese a calci in bocca, c’è chi pervicacemente porta avanti la tesi di un uso responsabile della roba, come a dire: fumatela bene, fatelo con giudizio, sarete al sicuro, non potrà accadere niente di spiacevole, c’è addirittura chi propende