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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

Quotidianità della sofferenza

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Se ne stava lì in un angolo della stanza, rannicchiata addosso alla parete, come volesse occupare uno spazio invisibile. Una signora con i capelli argentati, una donna esile, fragile, improvvisamente sola. Mentre l'accompagnavo da persone amiche disponibili ad accoglierla per la notte, mi raccontava una storia incredibile, ma tragicamente reale. Ogni tanto le succede di scappare da casa, attraverso i campi raggiunge la città, per recarsi al pronto soccorso: le accade di non riuscire a muovere le braccia, né piegarsi, o respirare bene. Ogni tanto succede che la testa le ciondola sul collo, svuotata di ogni pensiero, le gambe oppongono resistenza, non c'è più sincronia tra dire e fare, neppure nello sperare che le cose possano cambiare. Ogni tanto il marito la colpisce forte, la offende e la spintona, per il lavoro che non c'è più, per la malattia sopraggiunta, per lo sfratto imminente. Le percosse e le umiliazioni la fanno morire un po' di più: "No, non denuncio a