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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Gaza e gli scarponi chiodati

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Ritorno sgangherato alle armi, ai proiettili che sbattono a terra, alle parole che fanno male, scavano crateri, delimitano le fosse. Forse ci vuole più memoria, non tralasciando chi è troppo giovane per ricordare, per sapere, per conoscere, per farci i conti con una ingiustizia che non risparmia gli innocenti, peggio, li relega tra gli ”eventi critici” accettabili. Occorre parlarne perché non si tratta di un tempo bloccato, di tragedie che stanno dietro le spalle: sono immagini impolverate che non scompaiono, costringono a pensare per  non rimanere nuovamente alla finestra a osservare la vita che se ne va, senza un’emozione che diventa compassione, o la consapevolezza di una partecipazione che non consente rese anticipate alla prepotenza di turno. Colpi e deflagrazioni misteriose, bombe intelligenti assai deficienti, unica certezza il sangue sparso all’intorno, condanna delle condanne, l’indifferenza sullo scranno più alto se ne sta seduta scomposta. Quando a terra, da ambo