Sul carcere e sulla pena. Non è un film
Sul carcere c’è sempre più confusione, sempre maggiore disinformazione, lo scollamento tra dentro e fuori è davvero allarmante, non consente di auspicare quel cambiamento che invece non è più rinviabile, se vogliamo che le persone che escono siano migliori di quando sono entrate. Occorre intervenire per delineare nuove assi di coordinamento sociale finalmente condivise e partecipate, affinché si possa parlare del carcere e della pena non più solamente con grammatiche emergenziali o interventi sgrammaticati, ma con un progetto che metta in condizione di esser riconosciuti nei propri ruoli e come persone: operatori e detenuti. In queste righe c’è il tentativo di formulare un momento di riflessione, per fare tesoro delle intuizioni e creatività di ognuno e di ciascuno, per concretizzare la possibilità di restare ancorati alla reale sostanza delle cose, infatti il carcere non è assolutamente quello dei films, tanto meno quello della pancia al bar sport. Bisognerà prendere coscienza c